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Candoia aspera (GÜNTHER, 1877)
New guinea ground boa, new guinea viper boa (schmidti)
Bismark ground boa (aspera)


Ordine: Squamata
Sottordine: Ophidia
Superfamiglia: Henophidia (Booidea)
Famiglia: Boidae
Sottofamiglia: Boinae
Genere: Candoia
Specie: aspera


Sottospecie

Candoia aspera aspera (GÜNTHER, 1877)
Candoia aspera schmidti (STULL, 1932)

Oltre ai differenti areali geografici coperti dalle due sottospecie note, può essere fatta distinzione tra queste anche tramite la conta delle squame.
Le squame dorsali, contate a circa metà corpo, sono 37-41 in Candoia aspera aspera, e 34-37 in Candoia aspera schmidti, le ventrali sono 149-150 nella prima e 127-138 nella seconda, le subcaudali 18-19 nella prima e 15-21 nella seconda, le sopralabiali 10 nella prima e 10-12 nella seconda, le infralabiali 12-13 nella prima e 12-16 nella seconda, le squame che contornano l’occhio sono 13-15 nella prima e 11-16 nella seconda, ed in fine gli spot sul dorso sono 24-25 nella prima e 15-22 nella seconda.

Distribuzione geografica e biologia

Candoia aspera aspera vive nell’arcipelago di Bismark, New Ireland e New Britain, mentre Candoia aspera schmidti in Irian Jaya e Papua Nuova Guinea, comprese isole continentali.

map

Vivono nelle foreste pluviali e nelle piantagioni di noci di cocco, comunque in zone umide, dove si nutre di piccoli mammiferi.
Ha attività prevalentemente crepuscolari e notturne.

Le Candoia aspera generalmente importate sono le schmidti, provenienti da PNG e West Papua, mentre la sottospecie aspera, trovandosi in zone difficilmente accessibili, per comodità dei catturatori non è raccolta. Per queste ragioni “geografiche”, gli esemplari che si trovano in commercio sono al 99% Candoia aspera schmidti, perché situate in zone più facilmente raggiungibili rispetto alla sottospecie nominale.

Descrizione

Dimensioni e peso massime sono raggiunte dalle femmine, che sono nettamente più grandi dei maschi come nelle altre Candoia, raggiungendo misure comprese tra 60 e 80cm, per un peso di quasi un Kg, mentre questi ultimi si fermano, generalmente, prima di raggiungere 50-60cm.

Hanno in corpo tozzo e grosso, la testa, triangolare e nettamente distinta dal collo, assomiglia molto a quella dei viperidi, tanto da far assegnare a questo boide il nome comune di “viper boa”. Le squame sono spese e carenate.

La variabilità cromatica è veramente vasta, tanto da far pensare che non sia possibile distinguere gli areali di provenienza dal solo cromatismo... ma la mia opinione personale è che sono ancora tropo poco studiate per affermare conoscenze simili, anche se esistono alcune colorazioni note per provenire da determinati areali (ma non in modo esclusivo), come le “rosse” di Nabire oppure le giallissime Jayapura.
La colorazione del corpo varia dal giallo tenue al nero, passando per vari toni di rosso e bruno. Il disegno dorsale, caratterizzato da una serie di rettangoli irregolari (talvolta una sorta di stripe formato da triangoli irregolari), posti a fianco della linea mediana del dorso, è generalmente dello stesso colore del corpo, ma in tonalità più scura, oppure nettamente più scuro, formando un interessante contrasto.

Sul loro carattere si parla (sparla) parecchio, spacciandole spesso per belve feroci.
Ammettiamo che alcuni dei nostri esemplari, maschi, appena arrivati a casa, erano abbastanza mordaci, più che altro nervosi, ma una volta stabulati e ben acclimatati, non danno alcun motivo per temere di venir morsi.
In realtà sono serpenti timidi e schivi.
I nostri esemplari sono molto calmi, possono essere maneggiati senza alcuna precauzione (garantisco che NON abbiamo l’abitudine di maneggiare spesso gli animali, direi solo ed esclusivamente per le operazioni di normale pulizia dei terrari, ed eventuali controlli). Solo un maschio, tra l’altro enorme, tenta di mordere ogni cosa che si affacci alla teca, ma come tentativo di predazione, non per difesa, infatti una volta assaggiato il bersaglio, e dedotto che non si tratta di cibo, diviene calmo come le altre.

Terrario e allevamento

Essendo serpenti molto statici, che trascorrono la Mayr parte del loro tempo nella vaschetta dell’acqua, oppure nascosti in una tana, non necessitano di molto spazio. In questo caso, come in pochissimi altri, terrari troppo grandi sono veramente sprecati, perché inutilizzati.
Una vaschetta per l’acqua, sufficientemente grande da contenere comodamente le serpi, ed una tana, sono tutto ciò di cui questi animali hanno bisogno. Inutile inserire rami per questa specie, perché è la più terricola di tutte le Candoia. Le noteremo, al più, comodamente distese sopra la tana.
Hanno un carattere molto timido e schivo, quando non saranno immerse in acqua passeranno molto tempo nella tana. Difficilmente le vedremo girare per il terrario.
Alleviamo le nostre Candoia aspera su carta di giornale, anche se ogni tanto ammetto di essere tentato di sostituire il substrato, ma, se ben tenuta, la carta di giornale resta sempre la più pratica ed igienica.

La temperatura di stabulazione media dovrebbe aggirarsi attorno ai 27°C. Una zona di basking, in cui la temperatura sia maggiore di 2-3°C è gradita, così come una zona leggermente più fresca. Durante le ore notturne, preferiamo abbassare la temperatura media di 2-3°C, anche se altri allevatori le mantengono a temperatura costante per tutte le 24 ore, senza riscontrare problemi.
Necessitano di una buona umidità, non inferiore al 70%, che può essere mantenuta nebulizzando il substrato una volta al giorno, ma senza infradiciarlo. Hanno una pelle molto spessa, che si disidrata facilmente, anche per questo, al contrario di altri serpenti che necessitano di alta umidità, preferiscono il substrato umido ad un buon tasso di U.R. dell’aria.
Essendo notturni, non necessitano di particolari fonti di luce artificiale, anzi, una luminosità diurna non troppo accentuata sarà loro gradita.

Particolare attenzione va fatta nei confronti dell’igiene, proprio a causa del loro “stile di vita”. Sono solite fare le feci in acqua, dove. Come già detto, passano la Mayr parte del loro tempo, ed è quindi necessario pulirla frequentemente. Allo stesso modo, andrà fatta molta attenzione nei confronti del substrato, per evitare che l’umidità, ed eventuali feci, provochino l’insorgere di muffe e batteri.

Si nutrono di mammiferi, come ratti e topi, di adeguate proporzioni.
Apparentemente non assumono posizioni di caccia, ma aspettano che la sfortunata preda si avvicini a loro, per poi partire con un attacco tanto rapido quanto preciso, nonostante il tipo di slancio che utilizzano le faccia sembrare goffe. Viene quasi da chiedersi se siamo noi ad esserci distratti, e di conseguenza non abbiamo colto i movimenti del loro attacco, ma no, sono proprio loro ad avere una potenza ed una velocità impressionanti.
Trattengono potentemente la preda con i denti, e la uccidono per costrizione, soffocandola con una spira del corpo, ma se la preda è troppo piccola, non è insolito vederle attendere la morte di questa mentre la tengono soltanto stretta tra i denti.
È quasi normale alimentarle mentre sono a bagno, dove “non a caso” mantengono sempre la testa vicino ad un bordo del contenitore, rivolta verso questo.
Si adattano incredibilmente bene alle prede decongelate (che noi utilizziamo come norma).

Hanno un metabolismo particolarmente lento, quindi i pasti dovrebbero essere molto distanti tra loro e non troppo abbondanti. Ne conseguente una crescita a "rallentatore", altrimenti o rigurgitano o divengono obese.
Anche per questo motivo non sopportano le temperature alte, che possono portare al rigurgito delle prede.

Angelo Cabodi
Silvia Tangredi